Essere o apparire? L'italiano non vuole sapere troppo su di sé. Nel caso sia costretto a guardarsi allo specchio, nega la propria immagine e attribuisce agli altri i suoi vizi, le sue debolezze. Si inventa un mondo di cui è prigioniero, ma di cui possiede le chiavi. Un canarino in gabbia, abituato a non volare, con il terrore di uscire dalla sua piccola prigione. Odia essere messo di fronte alle sue responsabilità. Ama chi le prende al suo posto. E' un puro, non si occupa di politica, la subisce. E' onesto, non denuncia chi viola la legge perché non è suo compito. E' rassegnato all'immutabilità del mondo, che non ama. Vive giorno dopo giorno, o forse è meglio dire alla giornata. Gli eroi gli danno l'orticaria, sono un modello che lo mette in imbarazzo. Preferisce chi è peggio di lui (lo fa sentire meglio) e lo nomina suo riferimento, presidente del Consiglio, segretario di partito, giornalista. Il suo ritratto è il più grande nemico. Passa la vita ad evitare il confronto, che, lui sa, potrebbe essere mortale. L'opinione che ha di sé stesso, anche se lui per primo sa essere falsa, è la cosa più importante che possiede. Lo tiene in vita, gli evita confronti dolorosi. La sua esistenza è un gioco a nascondino, di "vorrei ma non posso", di "è una cosa più grande di me", di "qualcuno ci penserà". E' un egoista inconsapevole, non sa di esserlo e forse non vuole esserlo. Vive nella paura della luce del giorno, della consapevolezza di quello che potrebbe essere, ma non è.
Era il 28 marzo del 2010 quando lessi questo sfogo di Beppe Grillo sul suo blog. Parole durissime condite da un'amarezza inconsolabile. Rimasi molto colpito da queste parole perché le trovavo maledettamente vere e perché rispecchiavano in pieno quella che era la mia concezione del popolo italiano...... me compreso.
All'epoca seguivo già da diversi anni il blog di Grillo. Avevo cominciato nel lontano 2005, dopo averlo visto esibirsi a Piazza Dante in occasione della notte bianca. In quell'occasione, la sua pubblica "protesta", mi colpì al volto come un ceffone. Come se qualcuno mi avesse tirato uno schiaffo dicendomi "Svegliati cazzo! Ma ti rendi conto di quello che sta succedendo intorno a te?". Da allora sono passati molti anni, ho visto crescere la "protesta" lentamente. Lentamente, tante coscienze si sono unite seguendo un uomo che, per molti versi, riusciva a dire quello che loro avrebbero voluto sempre dire. Mi sono iscritto al Movimento da subito e da subito ho cominciato a credere che tutto era possibile. Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La "protesta" si è trasformata in un qualcosa di concreto e di reale. Il Movimento Cinque Stelle non è Beppe Grillo. Il Movimento Cinque Stelle è l'espressione di quello che la comunità può ancora fare. Professionisti, pensionati, casalinghe, disoccupati...... gente normale (con due palle così!) hanno deciso di riprendersi ciò che la classe politica e dirigenziale del paese aveva tolto loro, l'amore per il nostro paese. Per fare una RIVOLUZIONE, oggi, non c'è bisogno di spargere del sangue, non c'è bisogno della violenza. Signori oggi abbiamo l'opportunità di fare una rivoluzione democratica andando semplicemente a votare. Tutto ciò che è stato fino ad ora è vecchio, ha fallito miseramente portandoci sull'orlo del precipizio. Voglio provare a dare un futuro migliore a mio figlio e son sicuro che questo potrà succedere solo voltando pagina e chiudendo la porta al vecchio modo di far politica. Ci hanno distrutto, ci hanno tolto la dignità....... secondo me ridono anche di noi, poveri fessi. Beh, si sbagliano perché li stiamo per mandare a casa. Più grande sarà il "successo" di queste elezioni più dovranno fare i conti con il fatto che è stato rifiutato dal popolo italiano l'obsoleto modo di concepire la "Res Publica".
Io credo nella RIVOLUZIONE ed in chi mi rappresenterà nel salto verso il futuro. Ci vuole coraggio ragazzi. Basta con i "vorrei ma non posso", basta con i "qualcuno ci penserà".......basta.
mercoledì 20 febbraio 2013
LA RIVOLUZIONE (parentesi politica)
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domenica 10 febbraio 2013
Il Rottweiler
Questo cane viene descritto come equilibrato, protettivo e determinato, ma anche tranquillo, obbediente, addestrabile, coraggioso, indipendente e fedele al padrone al quale ricambia abbondantemente gli affetti e le cure che gli vengono offerte. In ogni caso, l'istinto alla difesa del territorio è, in questo cane, molto forte, e la sua reazione contro quelle che esso percepisce come minacce territoriali può essere fatale..........
Anche se perfettamente in grado di svolgere attività da guardia, si consiglia di non abbandonarlo a se stesso relegandolo in un giardino, recinto o appartamento per troppe ore della giornata. Lasciato crescere in balia di se stesso, il cane rischierebbe di diventare eccessivamente aggressivo e incontrollabile anche con le persone che non minacciano la sua proprietà................................[fonte Wikipedia]
Domenica 10 febbraio 2013 ore 7:30.
Sto correndo da una ventina di minuti, la mia corsa è a dir poco pesante. Ho ripreso gli allenamenti da una settimana (dopo tre mesi di stop!) e c'è da rimettere in moto la macchina. Vado piano cercando di ritrovare l'appoggio dei tempi migliori. Via Campana è deserta, fa freddo ma le sensazioni sono positive. Da lontano scorgo la sagoma di un rottweiler steso a terra con la testa poggiata sulle zampe anteriori. Sembra stia dormendo ma è meglio stare attenti. Lo fisso con attenzione cercando di capire quale siano le sue intenzioni. Le sue orecchie si rizzano, ha sentito i miei passi. Alza la testa e punta gli occhi verso di me. Scorgo la catena che lo tiene legato, faccio un sospiro di sollievo e passo dall'altro lato della strada........ la catena può essere lunga anche 200 metri, meglio essere previdenti. Si alza in piedi e comincia ad abbaiare, è enorme! Più mi avvicino e più le sue manifestazioni di "collera" aumentano. Ormai sono ad una ventina di metri dalla belva che comincia a correre verso di me. La catena non è 200 metri..... la catena è INFINITA perché è spezzata. Subito arresto la mia corsa e mi fermo a fissarlo. Il cucciolo non blocca la sua corsa e mi fa capire che vuole attraversare la strada per venirmi a salutare. La foto ritrae perfettamente la scena che si presentava ai miei occhi! Fa un primo tentativo per attraversare ma una macchina lo caccia all'indietro. Faccio qualche passo lento per cercare di allontanarmi ma il risultato è pessimo. La sua furia non si placa e tenta nuovamente di venire dal mio lato. Passa un furgoncino che lo ricaccia indietro. Mi guardo intorno, non c'è nessuno. Siamo io e l'elefante a giocarci la partita. Il suo terzo tentativo va in porto. Corre come una furia verso di me. Resto immobile (scuola Venturino D'Avella) con le mani stese lungo il corpo per non dare agganci alle sue fauci. Sembra indemoniato. Salta, sbatte i denti, abbaia, ringhia nei miei confronti....... ed io immobile! Non oso fare nulla..... sta già abbastanza incazzato. Sicuramente sarà fuggito da qualche giardino, non è abituato alla presenza degli estranei. Una macchina si ferma in soccorso. Incrocio lo sguardo della signora che sta al volante ma non posso fare nulla. All'improvviso il miracolo. Qualcosa lo distrae per un attimo. Si pianta a terra con le sue quattro zampe fissando un punto lontano. Io vedo la luce e con uno scatto felino mi catapulto nella macchina del soccorso. L'animale si accorge che l'ho fatto fesso ma è troppo tardi...... sono già in macchina verso la salvezza. Dopo 300 metri scendo, ringrazio la signora che mi ha salvato e ricomincio a correre. Chiudo l'allenamento dopo un'ora e quindici minuti di corsa...... sono felice, sono vivo. Poteva andare male oggi. Se non fossi rimasto immobile e avessi tentato la fuga sarebbe andata male. La bestia non aspettava altro che rincorrere la sua preda.
Venturino, se questa sera sono qui illeso a scrivere il mio post, è grazie a te......
A proposito........ sono tornato e che gli ODIPRUVE RELOADED comincino a tremare!
P.S. Nel prossimo post vi spiegherò chi sono ed il perché del loro nome. A presto.
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