....... un addetto ai lavori mi fa segno di consegnargli la bici; wow..... trattato come un professionista! Che organizzazione! Corricchiando cerco la mia borsa con le scarpette, eccola n° 1176. La prendo e mi siedo per cambiarmi le scarpe. Sono felice, mi sono liberato della bici ed ora posso correre verso il traguardo. Aggiusto i calzini con cura e cerco di non stringere troppo i lacci. Eccomi, sono pronto per la maratona finale. Per quella che è la mia condizione fisica sarà come scalare l'Everest, sono pronto. Esco dalla zona cambio con il morale alle stelle. Le gambe mi fanno male ma la corsa sembra leggera, posso farcela. Dopo un chilometro incontro i miei "sostenitori". Finalmente! Ci eravamo lasciati al lago alle 8:30 ed ora sono le 16:00....... sono in ritardo! Mi fermo per dissetarmi e per parlare con loro. Mi chiedono come sto ed io sorridendo faccio il buffone. Hanno le facce preoccupate, forse sul mio volto è dipinta la fatica. Cerco di sdrammatizzare, prendo gli aminoacidi e rassicuro Stefania. Ricomincia la corsa. Il morale, ora, è ancora più alto. La loro preoccupazione è la mia forza. Devo assolutamente dare tutto, non posso deludere chi ha fatto tanta strada per venire a sostenermi. Passano i primi chilometri, sto correndo a 5:50/km. Se continuo così, chiudo la maratona in poco più di 4 ore. Mi fermo a bere ad ogni ristoro, provo anche ad ingerire qualcosa ma lo stomaco fa i capricci. Al nono chilometro i dolori alle gambe si intensificano. Stringo i denti, cerco di correre con scioltezza ma è tutto inutile. Con il passare dei metri ogni appoggio si trasforma in una coltellata nelle gambe. Ormai i miei muscoli sono allo stremo e stanno letteralmente bruciando, ora sono davvero in crisi. Decido di chiudere il primo giro per poi fermarmi a rifiatare. Al chilometro 11 ritrovo i "ragazzi". Mi fermo. Prendo uno scialle per coprirmi, ho bisogno di camminare ed ho già freddo. Poche parole a denti stretti e vado avanti camminando. Toni mi fa compagnia, Aurelio riprende questi attimi di difficoltà, mi incita. Nella mia testa ancora niente è perduto. Lo schema è chiaro, rifiatare quanto più possibile, idratarsi, mangiare qualcosa e dare tutto nel finale. Il camminare, però, è tutt'altro che rilassante. Le gambe continuano a far male, devo tener duro è il momento della verità. Non devo abbattermi. Decido di fare un giro completo camminando. Devo assolutamente mettere qualcosa nello stomaco, approfittare della camminata per mangiare, bere, ingerire quanta più roba possibile....... ho bisogno della benzina. In questa situazione, per percorrere un chilometro impiego circa 13 minuti. Facendo i conti, non mi posso permettere di camminare per più di 10km altrimenti vado fuori tempo massimo e questo è inaccettabile. Sono qui per la medaglia, per la maglietta di finisher....... voglio arrivare quando le luci sono ancora accese, voglio che il mio nome faccia parte della classifica. Non mi perdo d'animo anche se la gambe stanno sempre peggio. Riesco a mangiare qualche salatino e ad ingerire un paio di bustine di gel, bevo in abbondanza acqua e sali minerali. Passo due ore così, testa bassa e passo svelto avvolto nel mio scialle. Finisce il secondo giro, sono al ventunesimo chilometro, sono a metà strada. Ritrovo Toni ed Aurelio al solito posto, gli altri si sono riparati in albergo per l'avvicinarsi di un nubifragio. Aurelio mi chiede, a malincuore, se ho intenzione di fermarmi, se conviene alzare bandiera bianca. Io, con un gesto molto simbolico, mi tolgo lo scialle dalle spalle e gli rispondo: "Datemi gli aminoacidi che ho una mezza maratona da fare!" La sua risposta..... "DAI CAZZO!!!!" Prendo un bel po' di pasticche nella mano e ricomincio a correre. Sento le loro urla mentre mi allontano, sento la loro emozione. Ho due ore e venti minuti per fare 21km, ce la posso fare a stare nelle quindici ore....... sarà al fotofinish! Corro. Corro e stranamente le gambe bruciano di meno, forse sono riuscito a mettere un po' di benzina nel serbatoio. Mi fermo ad un ristoro per ingerire tutti gli aminoacidi e via verso la gloria. Dopo qualche chilometro comincia il "tornado". Roba da non credere. Se da un lato la pioggia battente mi rinfresca le gambe e mi da sollievo dall'altro il vento forte mi spinge quasi all'indietro e le mie scarpe, zuppe di acqua, si trasformano in due macigni. "Ma che sfaccimm!!!!!"...... urlo a gran voce! Vedo alcuni "colleghi" girarsi e correre nel verso opposto...... si ritirano!!! Che faccio? Cade il ramo di un albero alle mie spalle........ "Ma che sang' vattiato!!!!!" Continuo a correre, imperterrito aumento l'andatura; mi sento meglio. Gli aminoacidi hanno dato il loro effetto! Smette di piovere e chiudo il terzo giro. Sono gasatissimo, non mi ferma più nessuno, devo solo stare attento ai tempi di percorrenza. Mancano meno di 10km e ritrovo Aurelio e Toni. Non mi fermo, continuo a correre parlando con loro. Mi faccio consegnare le ultime pasticche di aminoacidi. "Chiamate gli altri. Se non vado nuovamente in crisi, dovrei farcela per pochi minuti. CI VEDIAMO ALL'ARRIVO!" Risposta: "DAI CAZZO!!!!"
Dell'ultimo giro non mi ricordo niente. Sembra essere passato in un attimo. Ricordo solo il braccialetto fucsia che mi hanno dato al quarantesimo chilometro e la curva a destra per cominciare a correre sul tappeto rosso. Due ali di folla in festa. Urla, luci, musica..... è fatta, ce l'abbiamo fatta! Stento a trattenere le lacrime. Altra curva a destra e mi ritrovo sul rettilineo finale tra le due gratinate piene di gente. Vedo i "ragazzi" che urlano sorridenti e mi faccio consegnare le sciarpe. I colori irpini mi abbracciano, un senso di orgoglio mi pervade. Vedo il traguardo. Mancano pochi metri, mi copro il volto per cercare di trattenere l'emozione. In quegli attimi, un anno di sacrifici e fatica mi scorre nella mente.
Sono le 21:52:09 di domenica 8 luglio 2012..... GAME OVER!
L'addetta alle medaglie si avvicina, è il mio momento.
Ne prende una e me la mette al collo. "Congratulations, you are an ironman!"
Abbracci, foto....... lacrime di gioia, lacrime di liberazione....... impossibile narrare.
Aurelio, Giovanni, Anna, Toni, Simone........ Stefania..... emozioni fortissime.
Per dovere di cronaca: Non ho mai, nemmeno per un istante, pensato di ritirarmi.
venerdì 27 luglio 2012
lunedì 16 luglio 2012
.......pedalare per 180 km
......... entro nella zona cambio e mi rendo conto che ha cominciato a piovere! Per fortuna ho con me qualcosa di pesante; se dovesse piovere per tutti i 180 km meglio non soffrire il freddo, sto già messo male! Cerco di organizzare le idee per pensare a come portarmi tutto ciò che mi serve ma la testa mi gira un po', normale dopo tanto nuoto. Tolgo la muta, comincio a vestirmi ma sono molto impacciato nei movimenti. I minuti scorrono, sto perdendo molto tempo e devo ancora mettere le scarpe ed il casco. Passano almeno 10 minuti e finalmente prendo la bici per attraversare tutta la zona cambio. Respiro profondamente, sta per cominciare la frazione più importante, quella che mi farà capire se riuscirò ad arrivare fino in fondo.
Comincio ad essere emozionato, la pioggia battente rende tutto ancora più affascinante. Salgo in bici, un saluto fugace ai ragazzi che a gran voce mi stavano incitando e comincio a far girare le gambe. Parto con calma, rapporti agili. Ci sono da fare, secondo i piani di allenamento, almeno 6 ore e 30 minuti di bici. La prima cosa che noto, però, è che la posizione con le braccia appoggiate mi schiaccia lo stomaco gonfio, che palle! Provo a resistere, non posso fare a meno degli appoggi, sarebbe troppo stancante. Piove molto forte, per ora non avverto il freddo e vado avanti cercando di non pensare a quanta strada mi attende. Dopo una ventina di chilometri si entra a Francoforte, le strade sono ancora deserte; è presto e c'è un nubifragio in atto. Il percorso ci porta fuori dalla città attraverso i paesini e le campagne che la circondano. Al trentesimo chilometro si passa per "The Hell", strappettino in salita su un tratto in pavè. Sapevo di questo passaggio e mi ero ripromesso di farlo con calma ma la gente è così tanta e così calda che mi alzo sui pedali per fare lo splendido..... che emozione, ma che sto al tour!
Continua a piovere e continuano i passaggi nei paesini. La cosa che mi sorprende sono i bambini. In maglietta e pantaloncini, sotto l'acqua, aspettano il nostro passaggio festanti. Sul ciglio della strada, allungano il braccio aspettando che tu dia loro il "cinque", molto coinvolgente. Non ci sono solo i bimbi a far festa. Numerosi gazebo con tanto di tavolate ricoperte di bottiglie di birra fanno da contorno al nostro pedalare. Musica tedesca, urla di incitamento, profumo di carne arrostita...... sembra la Pasquetta teutonica! I chilometri passano piacevolmente, l'unico problema è che non riesco ad alimentarmi. Non riesco a bere nemmeno i sali minerali e le maltodestrine che ho preparato nelle borracce, lo stomaco le rifiuta..... si mette male. Provo a mangiare uno dei panini con la marmellata che ho con me. Purtroppo il tovagliolo di carta che lo avvolge è diventato un tutt'uno con il pane. Tiro un paio di morsi ma il sapore della carta mi provoca un conato di vomito. Che faccio? Per ora pedalo e bevo acqua..... poi si vede. Il primo giro finisce senza particolari problemi ma sono più lento del previsto. Vorrei aumentare un po' l'andatura ma ho paura di rimanere a secco. La pioggia smette di scendere ed il sole comincia a riscaldare la giornata. Sono di nuovo sul tratto in pavè, la gente è aumentata. Mi rialzo sui pedali per rispondere agli incitamenti ed avverto qualche dolorino alle gambe, ci siamo. Provo a bere le maltodestrine ma lo stomaco non ne vuole proprio sapere. Ho con me degli aminoacidi, li prendo e li butto giù per evitare il catabolismo ormai alle porte. Ho percorso 140 km e non ce la faccio più; nelle gambe non c'è più niente. La sfortuna, però, continua a perseguitarmi. Con l'uscita del sole si è alzato un vento fortissimo che soffia nella direzione opposta a quella di marcia. Pedalo a denti stretti, soffro come un cane perchè non posso stare appoggiato con i gomiti in una posizione più aerodinamica. La strada è quasi tutta in discesa fino a Francoforte, peccato che il vento contrario mi frena a tal punto che non riesco a superare i 20km/h. Sono in crisi, sento le gambe bruciare e sono costretto a pedalare a "tutta" in discesa. Urlo, impreco.......sono solo! Nella mia testa cominciano ad entrare cattivi pensieri. In queste condizioni come posso pensare di fare una maratona? Bevo, bevo e penso che magari, cominciando a correre, la situazione possa migliorare. Mi è già successo in allenamento che, lasciando la bici, la corsa si trasformava in una liberazione. Mi aggrappo a questa speranza e percorro gli ultimi chilometri cercando di bere quanto più possibile. Dopo 7 ore e 30 minuti vedo la zona cambio...... sembra un miraggio. Tolgo i piedi dalle scarpe, li poggio a terra con qualche difficoltà e corro a prendere le scarpe da corsa.......
Comincio ad essere emozionato, la pioggia battente rende tutto ancora più affascinante. Salgo in bici, un saluto fugace ai ragazzi che a gran voce mi stavano incitando e comincio a far girare le gambe. Parto con calma, rapporti agili. Ci sono da fare, secondo i piani di allenamento, almeno 6 ore e 30 minuti di bici. La prima cosa che noto, però, è che la posizione con le braccia appoggiate mi schiaccia lo stomaco gonfio, che palle! Provo a resistere, non posso fare a meno degli appoggi, sarebbe troppo stancante. Piove molto forte, per ora non avverto il freddo e vado avanti cercando di non pensare a quanta strada mi attende. Dopo una ventina di chilometri si entra a Francoforte, le strade sono ancora deserte; è presto e c'è un nubifragio in atto. Il percorso ci porta fuori dalla città attraverso i paesini e le campagne che la circondano. Al trentesimo chilometro si passa per "The Hell", strappettino in salita su un tratto in pavè. Sapevo di questo passaggio e mi ero ripromesso di farlo con calma ma la gente è così tanta e così calda che mi alzo sui pedali per fare lo splendido..... che emozione, ma che sto al tour!
Continua a piovere e continuano i passaggi nei paesini. La cosa che mi sorprende sono i bambini. In maglietta e pantaloncini, sotto l'acqua, aspettano il nostro passaggio festanti. Sul ciglio della strada, allungano il braccio aspettando che tu dia loro il "cinque", molto coinvolgente. Non ci sono solo i bimbi a far festa. Numerosi gazebo con tanto di tavolate ricoperte di bottiglie di birra fanno da contorno al nostro pedalare. Musica tedesca, urla di incitamento, profumo di carne arrostita...... sembra la Pasquetta teutonica! I chilometri passano piacevolmente, l'unico problema è che non riesco ad alimentarmi. Non riesco a bere nemmeno i sali minerali e le maltodestrine che ho preparato nelle borracce, lo stomaco le rifiuta..... si mette male. Provo a mangiare uno dei panini con la marmellata che ho con me. Purtroppo il tovagliolo di carta che lo avvolge è diventato un tutt'uno con il pane. Tiro un paio di morsi ma il sapore della carta mi provoca un conato di vomito. Che faccio? Per ora pedalo e bevo acqua..... poi si vede. Il primo giro finisce senza particolari problemi ma sono più lento del previsto. Vorrei aumentare un po' l'andatura ma ho paura di rimanere a secco. La pioggia smette di scendere ed il sole comincia a riscaldare la giornata. Sono di nuovo sul tratto in pavè, la gente è aumentata. Mi rialzo sui pedali per rispondere agli incitamenti ed avverto qualche dolorino alle gambe, ci siamo. Provo a bere le maltodestrine ma lo stomaco non ne vuole proprio sapere. Ho con me degli aminoacidi, li prendo e li butto giù per evitare il catabolismo ormai alle porte. Ho percorso 140 km e non ce la faccio più; nelle gambe non c'è più niente. La sfortuna, però, continua a perseguitarmi. Con l'uscita del sole si è alzato un vento fortissimo che soffia nella direzione opposta a quella di marcia. Pedalo a denti stretti, soffro come un cane perchè non posso stare appoggiato con i gomiti in una posizione più aerodinamica. La strada è quasi tutta in discesa fino a Francoforte, peccato che il vento contrario mi frena a tal punto che non riesco a superare i 20km/h. Sono in crisi, sento le gambe bruciare e sono costretto a pedalare a "tutta" in discesa. Urlo, impreco.......sono solo! Nella mia testa cominciano ad entrare cattivi pensieri. In queste condizioni come posso pensare di fare una maratona? Bevo, bevo e penso che magari, cominciando a correre, la situazione possa migliorare. Mi è già successo in allenamento che, lasciando la bici, la corsa si trasformava in una liberazione. Mi aggrappo a questa speranza e percorro gli ultimi chilometri cercando di bere quanto più possibile. Dopo 7 ore e 30 minuti vedo la zona cambio...... sembra un miraggio. Tolgo i piedi dalle scarpe, li poggio a terra con qualche difficoltà e corro a prendere le scarpe da corsa.......
sabato 14 luglio 2012
Nuotare per 3.8 km
La mia gara comincia il sabato.
Mi sveglio con lo stomaco in "difficoltà"; un senso di nausea e gonfiore mi preoccupano non poco. Colpa mia, la sera precedente non ho resistito ai Frankfurter Würstel ed ora pago le conseguenze. Faccio finta di niente e scendo a fare colazione. Non ho proprio fame ma mi costringo ad una lunga colazione..... c'è da riempire i serbatoi!
Verso le 11,00 esco dall'albergo con tutto il materiale che mi servirà per la gara. Devo recarmi al lago, dove ci sarà la frazione di nuoto, per fare il check-in della bici e consegnare le borse. Fa caldo, comincio a sentirmi un po' debole ed il mio stomaco è sempre più gonfio. Al lago, dopo un'ora di fila sotto il sole, riesco a consegnare tutto. Un paio di giramenti di testa accompagnati da brividi di freddo mi fanno pensare al peggio.
Ho la febbre, credo di essermi beccato una bella intossicazione alimentare. Rientro in albergo giusto in tempo. Comincia la processione verso il bagno........ è la fine! Sono le quattro del pomeriggio di sabato, ho la sveglia alle quattro del mattino di domenica..... ho 12 ore per rimediare, in queste condizioni è impossibile gareggiare. Mi infilo nel letto per cercare di dormire fino al suono della sveglia, bevo in quantità per sanare le "perdite"....... è la fine! E' una notte interminabile e drammatica. Se dormo sogno il ritiro, se son desto mi rendo conto che è impossibile gareggiare e penso che ci siamo fatti un viaggio a vuoto...... che un anno di sacrifici se ne sta andando giù per il "cesso" nel vero senso della parola. Stefania mi guarda con preoccupazione; mi chiede se ce la faccio. Io le sorrido e le dico: "Ci provo. Male che va mi ritiro!"
Riesco a dormire 3-4 ore. Apro gli occhi qualche minuto prima della sveglia; sto meglio ma lo stomaco è ancora gonfio. Scendo a fare colazione e mi costringo a mangiare latte con cereali; poca roba per uno che il giorno prima non ha mangiato niente e si appresta ad una gara di ironman. C'è Toni a farmi compagnia. Prova ad incoraggiarmi, lo vedo preoccupato. Mi preparo due panini con la marmellata da consumare, eventualmente, durante la frazione di bici. Sono "pronto", il grande giorno è arrivato. Afferro le ultime cose ed esco dall'albergo per prendere l'autobus che mi porterà al lago. Fa freddo, il cielo è più che grigio...... pioverà. Arrivo al lago verso le 6,00. Entro in zona cambio per prepararmi le cose. Infilo subito la muta per placare i brividi di freddo, prendo la cuffia e gli occhialini e mi avvicino all'acqua. Mancano 15 minuti alla partenza. Dovrei essere emozionato e carico come una molla ed invece mi sento spento ed impaurito. Non provo nemmeno ad entrare in acqua per fare qualche bracciata di riscaldamento, decido di aspettare fuori lo start. Inutile accalcarsi, 3000 atleti stanno per partire contemporaneamente e ci manca solo un bel calcione sul naso per completare l'opera. Mancano pochi istanti, respiro profondamente........ VIA! Mi tuffo in acqua con veemenza facendomi largo tra i "tonni". Sembra la scena di una mattanza con l'acqua che ribolle letteralmente. Per i primi 20 minuti nuoto con il solo scopo di non farmi colpire poi, quando gli spazi si allargano, distendo la bracciata. Non sto tanto male fisicamente e nuoto con scioltezza. L'unico problema è il continuo stimolo ad andare in bagno e quindi cerco di tenere i glutei un po' più contratti del solito! Ci sono 3.8 km da fare e questa è una buona distrazione. Il primo giro va alla grande ed esco dall'acqua dopo 43 minuti. Mi rituffo per il secondo giro non prima di aver dato uno sguardo d'insieme al lago. Uno spettacolo meraviglioso, una processione di "tonni" lunghissima riempie l'acqua e la foto scattata da Giovanni rende benissimo l'idea. Nuoto, nuoto e non sono affaticato, cominciano le prime riflessioni...... forse ce la faccio a fare la gara!
Esco dall'acqua contento, mi guardo intorno per cercare i miei sostenitori. Eccoli! Ce l'hanno fatta ad arrivare..... che gioia vederli! Mi avvicino a Stefania e cerco di rassicurarla sulle mie condizioni. Qualche foto di rito e via a prendere la bici........
Mi sveglio con lo stomaco in "difficoltà"; un senso di nausea e gonfiore mi preoccupano non poco. Colpa mia, la sera precedente non ho resistito ai Frankfurter Würstel ed ora pago le conseguenze. Faccio finta di niente e scendo a fare colazione. Non ho proprio fame ma mi costringo ad una lunga colazione..... c'è da riempire i serbatoi!
Verso le 11,00 esco dall'albergo con tutto il materiale che mi servirà per la gara. Devo recarmi al lago, dove ci sarà la frazione di nuoto, per fare il check-in della bici e consegnare le borse. Fa caldo, comincio a sentirmi un po' debole ed il mio stomaco è sempre più gonfio. Al lago, dopo un'ora di fila sotto il sole, riesco a consegnare tutto. Un paio di giramenti di testa accompagnati da brividi di freddo mi fanno pensare al peggio.
Ho la febbre, credo di essermi beccato una bella intossicazione alimentare. Rientro in albergo giusto in tempo. Comincia la processione verso il bagno........ è la fine! Sono le quattro del pomeriggio di sabato, ho la sveglia alle quattro del mattino di domenica..... ho 12 ore per rimediare, in queste condizioni è impossibile gareggiare. Mi infilo nel letto per cercare di dormire fino al suono della sveglia, bevo in quantità per sanare le "perdite"....... è la fine! E' una notte interminabile e drammatica. Se dormo sogno il ritiro, se son desto mi rendo conto che è impossibile gareggiare e penso che ci siamo fatti un viaggio a vuoto...... che un anno di sacrifici se ne sta andando giù per il "cesso" nel vero senso della parola. Stefania mi guarda con preoccupazione; mi chiede se ce la faccio. Io le sorrido e le dico: "Ci provo. Male che va mi ritiro!"
Riesco a dormire 3-4 ore. Apro gli occhi qualche minuto prima della sveglia; sto meglio ma lo stomaco è ancora gonfio. Scendo a fare colazione e mi costringo a mangiare latte con cereali; poca roba per uno che il giorno prima non ha mangiato niente e si appresta ad una gara di ironman. C'è Toni a farmi compagnia. Prova ad incoraggiarmi, lo vedo preoccupato. Mi preparo due panini con la marmellata da consumare, eventualmente, durante la frazione di bici. Sono "pronto", il grande giorno è arrivato. Afferro le ultime cose ed esco dall'albergo per prendere l'autobus che mi porterà al lago. Fa freddo, il cielo è più che grigio...... pioverà. Arrivo al lago verso le 6,00. Entro in zona cambio per prepararmi le cose. Infilo subito la muta per placare i brividi di freddo, prendo la cuffia e gli occhialini e mi avvicino all'acqua. Mancano 15 minuti alla partenza. Dovrei essere emozionato e carico come una molla ed invece mi sento spento ed impaurito. Non provo nemmeno ad entrare in acqua per fare qualche bracciata di riscaldamento, decido di aspettare fuori lo start. Inutile accalcarsi, 3000 atleti stanno per partire contemporaneamente e ci manca solo un bel calcione sul naso per completare l'opera. Mancano pochi istanti, respiro profondamente........ VIA! Mi tuffo in acqua con veemenza facendomi largo tra i "tonni". Sembra la scena di una mattanza con l'acqua che ribolle letteralmente. Per i primi 20 minuti nuoto con il solo scopo di non farmi colpire poi, quando gli spazi si allargano, distendo la bracciata. Non sto tanto male fisicamente e nuoto con scioltezza. L'unico problema è il continuo stimolo ad andare in bagno e quindi cerco di tenere i glutei un po' più contratti del solito! Ci sono 3.8 km da fare e questa è una buona distrazione. Il primo giro va alla grande ed esco dall'acqua dopo 43 minuti. Mi rituffo per il secondo giro non prima di aver dato uno sguardo d'insieme al lago. Uno spettacolo meraviglioso, una processione di "tonni" lunghissima riempie l'acqua e la foto scattata da Giovanni rende benissimo l'idea. Nuoto, nuoto e non sono affaticato, cominciano le prime riflessioni...... forse ce la faccio a fare la gara!
Esco dall'acqua contento, mi guardo intorno per cercare i miei sostenitori. Eccoli! Ce l'hanno fatta ad arrivare..... che gioia vederli! Mi avvicino a Stefania e cerco di rassicurarla sulle mie condizioni. Qualche foto di rito e via a prendere la bici........
venerdì 13 luglio 2012
Due giorni dopo
Questo è il tappeto rosso due giorni dopo la battaglia.
A quanto pare, è l'ultima cosa che viene rimossa dall'efficientissima organizzazione tedesca.
Domenica, ai lati, c'erano due tribune enormi. La sera, al mio arrivo, forse perché la manifestazione si stava per chiudere ufficialmente, erano piene di gente in festa.
Impossibile descrivere quello che è successo. Ricordo le urla di incitamento, le luci, la musica, gli abbracci con chi era lì quella sera..... le lacrime di gioia con Stefania.
Nonostante sia andato tutto male alla fine è venuto su un finale palpitante ed avvincente che ci ha tenuti tutti con il fiato sospeso per 14 ore, 52 primi e 9 secondi.
E' stato un anno lunghissimo, fatto di impegno e sacrifici, culminato con un'esperienza bellissima che mi ha portato a toccare un limite che non credevo possibile.
Avevi ragione Gabry, rimettersi a correre dopo una crisi così forte e correre quasi ai propri ritmi i 21 km finali è qualcosa che ha dell'incredibile ed è per me motivo di orgoglio. Quello che è successo nella parte finale della gara è sicuramente il frutto di un allenamento mentale, di una predisposizione alla sofferenza e di un pizzico di follia ma è soprattutto il risultato del sostegno che voi mi avete dato. Era troppo importante portare a casa il risultato e condividere con voi quell'attestato di finisher tanto agognato. Vi ho pensato molto durante la gara. Vi ho immaginato, a ragione, davanti al computer ad esaurirvi con un sito in tilt per vedere cosa stavo combinando. Questo mi dava forza, questo mi ha spinto fino alla fine.
Domenica sera siamo diventati tutti ironman. E' stato il gruppo che ha realizzato l'impresa.
Nei prossimi tre post (nuoto, bici, corsa) vi racconterò della gara e di tutto quello che è successo al contorno. Grazie a tutti.
A quanto pare, è l'ultima cosa che viene rimossa dall'efficientissima organizzazione tedesca.
Domenica, ai lati, c'erano due tribune enormi. La sera, al mio arrivo, forse perché la manifestazione si stava per chiudere ufficialmente, erano piene di gente in festa.
Impossibile descrivere quello che è successo. Ricordo le urla di incitamento, le luci, la musica, gli abbracci con chi era lì quella sera..... le lacrime di gioia con Stefania.
Nonostante sia andato tutto male alla fine è venuto su un finale palpitante ed avvincente che ci ha tenuti tutti con il fiato sospeso per 14 ore, 52 primi e 9 secondi.
E' stato un anno lunghissimo, fatto di impegno e sacrifici, culminato con un'esperienza bellissima che mi ha portato a toccare un limite che non credevo possibile.
Avevi ragione Gabry, rimettersi a correre dopo una crisi così forte e correre quasi ai propri ritmi i 21 km finali è qualcosa che ha dell'incredibile ed è per me motivo di orgoglio. Quello che è successo nella parte finale della gara è sicuramente il frutto di un allenamento mentale, di una predisposizione alla sofferenza e di un pizzico di follia ma è soprattutto il risultato del sostegno che voi mi avete dato. Era troppo importante portare a casa il risultato e condividere con voi quell'attestato di finisher tanto agognato. Vi ho pensato molto durante la gara. Vi ho immaginato, a ragione, davanti al computer ad esaurirvi con un sito in tilt per vedere cosa stavo combinando. Questo mi dava forza, questo mi ha spinto fino alla fine.
Domenica sera siamo diventati tutti ironman. E' stato il gruppo che ha realizzato l'impresa.
Nei prossimi tre post (nuoto, bici, corsa) vi racconterò della gara e di tutto quello che è successo al contorno. Grazie a tutti.
mercoledì 4 luglio 2012
Si parte....
E' giunto il momento, si parte.
A distanza di un anno dall'iscrizione è ora di prendere l'aereo per Francoforte. Parto con la consapevolezza di aver fatto il possibile, di aver dato tutto quello che potevo per preparare il giorno più lungo dell'anno.
Con questo non voglio assolutamente dire di essere pronto, anzi.
Credo di aver fatto il 40-50% di quello che avrei dovuto fare per superare l'ostacolo con "tranquillità".
Purtroppo, soprattutto negli ultimi mesi, il lavoro mi ha assorbito completamente. Troppe giornate dure da smaltire, troppi giorni consecutivi fermo....... impossibile fare programmi nel medio-lungo periodo. Ho il merito, però, di non aver mollato, di essere sempre riuscito a ripartire. La mia forma fisica ha avuto un andamento sinusoidale (con frequenza ignota) ma il mio morale è stato sempre alto. Ho dato tutto in questo anno.
Nel lavoro, in famiglia, negli allenamenti non mi sono mai risparmiato..... questione di equilibrio.
Devo ringraziare molte persone. Mi siete stati vicini, mi avete incoraggiato e sostenuto economicamente.
Ad "Ilary" un ringraziamento speciale. Senza di lei nulla è possibile, nulla ha senso.
Farò il possibile per finire la gara e per premiare i sacrifici di un anno. Mollerò solo se sarà in gioco la mia salute...... "so pate 'e famiglia!"
Per chi, domenica 8 luglio, non avesse nulla da fare è possibile seguire la gara al link: http://ironmanfrankfurt.com. Si digita il mio nome o il numero di pettorale (1176) e si ottengono notizie sull'andamento della gara. Lo scorso anno c'era anche il collegamento in streaming con un maxischermo dove c'era la possibilità di vedere il passaggio degli atleti in diversi posti della città.... che figata!
Cosa aggiungere......... soffrire con dignità
A distanza di un anno dall'iscrizione è ora di prendere l'aereo per Francoforte. Parto con la consapevolezza di aver fatto il possibile, di aver dato tutto quello che potevo per preparare il giorno più lungo dell'anno.
Con questo non voglio assolutamente dire di essere pronto, anzi.
Credo di aver fatto il 40-50% di quello che avrei dovuto fare per superare l'ostacolo con "tranquillità".
Purtroppo, soprattutto negli ultimi mesi, il lavoro mi ha assorbito completamente. Troppe giornate dure da smaltire, troppi giorni consecutivi fermo....... impossibile fare programmi nel medio-lungo periodo. Ho il merito, però, di non aver mollato, di essere sempre riuscito a ripartire. La mia forma fisica ha avuto un andamento sinusoidale (con frequenza ignota) ma il mio morale è stato sempre alto. Ho dato tutto in questo anno.
Nel lavoro, in famiglia, negli allenamenti non mi sono mai risparmiato..... questione di equilibrio.
Devo ringraziare molte persone. Mi siete stati vicini, mi avete incoraggiato e sostenuto economicamente.
Ad "Ilary" un ringraziamento speciale. Senza di lei nulla è possibile, nulla ha senso.
Farò il possibile per finire la gara e per premiare i sacrifici di un anno. Mollerò solo se sarà in gioco la mia salute...... "so pate 'e famiglia!"
Per chi, domenica 8 luglio, non avesse nulla da fare è possibile seguire la gara al link: http://ironmanfrankfurt.com. Si digita il mio nome o il numero di pettorale (1176) e si ottengono notizie sull'andamento della gara. Lo scorso anno c'era anche il collegamento in streaming con un maxischermo dove c'era la possibilità di vedere il passaggio degli atleti in diversi posti della città.... che figata!
Cosa aggiungere......... soffrire con dignità
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